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Festa del savor – Conclusione del progetto „ S okusom mora – Sapore di mare “del Museo civico assieme alla C.I.“Fulvio Tomizza“ di Umago, 16/06/2023 „S okusom mora – Sapore di sale“

Venerdì, 16 giugno si  è svolta la conclusione del  progetto „S OKUSOM MORA – SAPORE DI MARE“ portato avanti dal Museo Civico di Umago con la partecipazione  della Comunità degli Italiani „Fulvio Tomizza“ di Umago, progetto iniziato un anno fa  con ľobiettivo di aumentare il livello di consapevolezza delľimportanza del consumo dei prodotti ittici e la diffusione della conoscenza delle abilità e delle competenze tradizionali dei pescatori e della popolazione locale sulle pratiche culinarie tradizionali, tipiche della nostra regione.

 Durante ľ anno di durata del progetto In Comunità si sono organizzate molte conferenze con il tema della pesca ad Umago, delle antiche e tradizionali ricette a base di pesce, delľimportanza di mangiare i prodotti ittici per la salavaguardia della salute includendo pescatori, le cuoche e la nutrizionista Sandra Zugan. Questa è stata una buona occasione dunque per sentire di prima mano  i pescatori Danilo Latin, Bruno Bose e la figlia Manuela  Bose che ha condiviso con il pubblico le ricette di famiglia, Silvano Pelizzon divulgatore nato di storie e racconti del territorio. Il Museo invece si è impegnato con l’organizzazione di conferenze scinetifiche con i biologi marini del Centro per la ricerca marina di Rovigno e l’organizzazine di laboratori di pulizia e conservazione del pesce. In conclusione del progetto non si poteva non organizzare una gara culinaria facendo gareggiare i vari concorrenti nella preparazione di una fra le ricette più tradizionali non solo del veneto ma di tutto il Mediterraneo: le  sardelle in „Savor“. 

La serata è iniziata alle ore 18,00 allorché i 23 partecipanti hanno consegnato le sardelle in savor e ricevuto il numero di riconoscimento per partecipare alla gara ed è seguita la conferenza „Sardele in savor, la cucina di una volta“ di Martina Vocci. A fare gli onori di casa la presidente del sodalizio umaghese, Floriana Bassanese Radin che ha salutato i numerosi presenti nel teatro della C.I. „F.Tomizza“ e ha ringraziato la Città di Umago – l’assessorato alle finanze di Umago, il Gruppo d’azione locale per la pesca (FLAG) “Pinna nobilis” di Cittanova e tutti coloro che hanno partecipato e contribuito alla realizzazione del  progetto.

 Marina Vocci, ormai ospite fissa e molto gradita alla Comunità di Umago  ha trattato la storia del pese in savor iniziando con un’ importante introduzione sulľimportanza della sostenibilità che i nostri antenati praticavano proprio per necessità e che noi tutti dovremmo seguire.

Martina Vocci, da vera erede del compianto Marino Vocci, non manca di contagiare sempre il suo uditorio con la passione e il suo profondo rispetto e amore per la cucina tradizionale istriana accentuando sempre il fatto che bisogna evitare di consumare i pasti industriali e alimentarsi sempre dei prodotti nostrani seguendo la stagionalità.

„Basti pensare alla pesca artigianale con la batana salvorina molto importante nel passato quando bastava uscire in mare con la propria barca e avere un piccolo orto davanti alla propria abitazione per procurarsi il cibo. Un modo di procurarsi il cibo che dovrebbe venire rivalutato perché rappresenta un cibo sano a chilometro zero“ ha affermato Martina facendo riflettere tutti i presenti e ricordando a tutti che la nostra regione è una vera miniera di prodotti naturali. 

Facendo continue ricerche sulla tradizione culinaria e la cultura della tavola si giunge sempre alla conclusione che  ľutilizzo delle risorse del territorio caratterizzano la saggezza del passato e ci aiutano ad analizzare il rapporto delľuomo con il suo territorio.

Ritornando al tema della conferenza e cioè del PESE IN SAVOR Martina ci ha ricordato che in passato quando non sistevano frigoriferi e congelatori i popoli del mediterraneo dovevano escogitare qualche metodo di conservazione del pesce. Dunque il pesce venne affumicato, essicato, messo sotto sale e marinato.

Le sarde in saor sono soprattutto ľemblema della regione veneta e fanno parte delle sua tradizione  gastronomica e storica.

La tradizione veneziana vuole che, oltre che nelle famiglie venete, il pese in saor venga preparato come cibo tradizionale per la Festa del Redentore che si tiene a Venezia, una festa estremamente sentita dagli abitanti della laguna e, che si festeggia la terza domenica di luglio.

„Cibo di marinai e scorta di terraferma“, lo definisce Bepo Maffioli, autorità ormai scomparsa, nella cultura e diffusione della cucina della tradizione veneta, rivendicando la sua origine come modo per conservare il pesce durante i lunghi viaggi per mare.

 Venezia che della marineria italiana ha fatto la sua storia aveva la necessità di far nutrire a bordo i marinai e i pescatori di conservare il pesce pescato. Si aggiunga il fatto che i marinai usavano consumare molte cipolle per scongiurare lo scorbuto. Una carenza vitaminica (nello specifico di vitamina C) che era molto diffusa in chi andava per mare e quindi non aveva la possibilità di nutrirsi in modo appropriato.

Insomma le sarde in saor sono la summa di tutte queste esigenze, una creazione dovuta alla necessità, ma pur sempre una creazione geniale.

Quasi tutto può essere messo „in saor“ , una volta fritto in buon olio, ma alcuni tipi di pesci meglio vi si prestano: certamente le sarde ma comunque va bene tutto il pesce considerato ingiustamente „povero“ e di piccola taglia; il saor ha la vocazione del „recupero“ tanto che una frittura rimasta alla sera trova nuova e sorprendente vitalità se coperta di saor e servita in tavola il giorno dopo e a testimonianza di una grande versatilità, vanno provate in saor anche le moeche fritte, quintessenza del mangiare prezioso al giorno d’oggi (non certo una volta, però).

Martina Vocci, con le sue ricerche storiche e le sue continue interessantissime citazioni letterarie ci ha fatto  comprendere quanto sia importante valorizzare  le tradizioni alimentari dei nostri nonni e soprattutto accontentarsi dei prodotti della terra e del mare della propria regione. Applicando nella vita quotidiana questa importante regola si contribuirebbe  sicuramente a combattere la crisi climatica e ľeccessivo sfruttamento della terra, dovremmo recuperare ľOver Shoot Day, giornata del debito ecologico in cui ľumanità consuma le risorse prodotte dal pianeta che nel 2023 cade il 2 agosto mentre nel 1971 era il 25 dicembre. 

Ritornando alle „sarde in saor“ Martina non poteva che terminare la conferenza  leggendo un pezzo del grande commediografo veneziano Carlo Goldoni che nella sua opera in due tempi in dialetto  veneziano „Le donne de casa soa“ ambientato in un campiello ci offre le raccomandazioni  per acquistare bene le sarde e  consiglia di comprare le sarde più grosse da mettere in saor facendo attenzione che la testa non sia rossa, segno che sono vecchie.

Dopo questa encomiabile conferenza delľaffabile e interessante oratrice Martina Vocci  è seguito la serata musicale in piazza Primo maggio con il coro misto guidato dal maestro Maurizio Lo Pinto che per ľoccasione ha  cantato Umago mia, Marinaresca, El pescador, Molighe el fil che’l svoli, Ribari e Ľacqua della Muiela. È stata quindi la volta dei minicantanti della Comunità di Umago diretti dalla maestra Maura Miloš e dal maestro Teo Biloslavo con le canzoni Un bel giorno andando a Umago.

A questo punto della serata la presidente del sodalizio umaghese Floriana Bassanese Radin e la direttrice del Museo Civico di Umago Biljana Bojić sono salite sul palco per  invitare e  premiare i vincitori della gara del Pese in savor, giudicati dalla commissione formata da Alice Maurel, Silvano Pelizzon e Mario Dodici e precisamente si sono aggiudicate il primo posto Radmila Haviža Lilić, il secondo posto Anika Mijanović e il terzo posto Manuela Bose.

La serata musicale è continuata con i cantadori della C.I. di  San Lorenzo/Babici che hanno cantato Voga e rivoga, Giardiniera, Dove xe la Teresina e Le rose del mio giardin e con il fisarmonicista Leo Laganis della Comunità di Salvore che ha suonato Plovi plovi mala barka e Ružo crvena.

Nel frattempo  tutti i presenti hanno potuto assaggiare le sardelle in savor accompagnate dalla polenta cucinati per ľoccasione e constatare che esistono diverse varianti della stessa ricetta perché ogni famiglia ha la sua ricetta ereditata dalle nonne e poi personalizzata secondo i propri gusti. 

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